Descrizione
Alfredo Raffuzzi, uomo della Costituzione da partigiano a poliziotto. A 100 anni dalla nascita
La giornata di venerdì 2 maggio 2025 sarà dedicata alla figura di Alfredo Raffuzzi, cervese d’adozione, che combattè per la libertà e dedicò la sua vita all’impegno democratico e alla giustizia sociale.
Il Programma
Ore 15:00 Deposizione corona di fiori “Largo Alfredo Raffuzzi” Via Mascagni (dietro Hotel Aurelia).
Ore 16:00 Sala Rubicone. Convegno “Alfredo Raffuzzi. Uomo della Costituzione. Da partigiano a poliziotto. A 100 anni dalla nascita”.
Saluti Istituzionali
Presentazione di Alfredo Raffuzzi
Interventi: Renzo Savini - Presidente Provinciale ANPI Ravenna; Paola Patuelli - Avvocato Cassazionista; Vittorio Raeli - Corte dei Conti Emilia-Romagna Sezione giurisdizionale; Roberto Baroncelli - Rappresentante CGIL-CISL-UIL; Sandro Menichelli - Consigliere di Stato
Testimonianze: Michele Grillo, Salvatore Montanaro, Salvatore Varriale
Conclusione: Felice Romano - Segretario Nazionale Generale SIULP
Modera e Coordina: Gianni Grandu - Vicesindaco Comune di Cervia
L’evento è stato organizzato Comune di Cervia, ANPI, CGIL-CISL-UIL, SIULP, APAMRI.
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Alfredo Raffuzzi
Alfredo Raffuzzi (Castiglione di Ravenna, 1925 – Milano Marittima, 2013), nato da genitori braccianti, imparò ben presto a lottare per la giustizia sociale; a 16 anni costituì un gruppo di giovani antifascisti; ben presto fu scoperto e imprigionato; riuscì a trovare un lavoro e organizzò il suo primo sciopero, che fu vinto perché c’era stata l’unione di tutti i lavoratori. Aderì tra i primi alla lotta partigiana, all’inizio nelle SAP, poi nel 28ª Bgt GAP “Garavini” e quindi nella 28ª brigata Garibaldi “Gordini” con il grado di Comandante della IX Compagnia (Capitano). Con la Liberazione fece parte della Polizia partigiana e, nel 1949, entrò nel corpo delle guardie di pubblica sicurezza, ove scoprì che la sua attività di partigiano non era servita a niente, anzi l’essere stato partigiano gli nuoceva, come nuoceva a tutti gli ex partigiani che avevano operato la stessa scelta; molti di loro, soffocati con ogni tipo di vessazione, furono costretti a dimettersi. Alfredo resistette e, forte dei valori acquisiti durante la lotta di Liberazione, si dedicò alla democratizzazione della polizia con intelligente passione, con costante coerenza, con ottimismo. Già nel 1946 aveva incominciato l’elaborazione di una piattaforma per il riordinamento e la costituzione di un sindacato di polizia. La piattaforma, composta di 14 punti, fu inviata a diverse “autorità” senza successo. Continuò il lavoro organizzativo che incominciò ad ottenere un qualche successo quando il ministro Cossiga emanò una circolare (1976) con la quale venivano autorizzate assemblee nelle caserme. Con il prezioso supporto dei sindacati CGIL, CISL e UIL, che affiancarono il movimento dei poliziotti democratici, finalmente, nel 1981, furono conquistate la smilitarizzazione del corpo delle guardie di pubblica sicurezza e la nascita del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (SIULP). Alfredo si interessò a fondo anche della ricostruzione di carriera degli ufficiali combattenti durante la Guerra di Liberazione, retrocessi dal Ministero dell’interno. Non bisogna inoltre dimenticare l’invenzione effettuata assieme ad alcuni colleghi di un apparato capace di fotografare una persona di fronte e di profilo con un solo scatto. Alfredo è stato un cittadino esemplare, nel senso che non è mai rimasto indifferente di fronte alle questioni problematiche che riguardavano la giustizia sociale, la libertà e la democrazia.
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Ultimo aggiornamento: 22 aprile 2025, 14:07